È in edicola su Viversani e Belli n°38 di questa settimana un articolo, al quale ho partecipato in qualità di consulente, dal titolo “Cavolo! Meno rischi”.

Viversani e belli n°38

Cavolo! Meno rischi

Non è uno scherzo. In questo articolo si parla della potenziale azione protettiva del cavolo (e più in generale della famiglia delle crucifere o brassicaceae, a cui appartengono anche broccoli, cavolfiori, cavolo rapa, etc) e delle fibre vegetali sul tumore al seno.

l ruolo dell’alimentazione nella prevenzione di molte malattie è noto da tempo, ma un nuovo studio prospettico pubblicato sulla rivista International Journal of Cancer conferma che una dieta salutare e varia, ricca di frutta, verdura e cereali integrali, può ridurre il rischio di ammalarsi di tumore al seno, soprattutto le forme più aggressive.

Secondo una ricerca condotta dagli studiosi delle Università di Harvard e Toronto su 20 studi osservazionali condotti su 180.000 donne dagli anni Settanta al 2019, una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali contribuirebbe a ridurre fino all’8% l’incidenza del carcinoma mammario, sia nelle donne in premenopausa che in quelle in postmenopausa e sembra associarsi a un minore rischio di tumori più aggressivi.

Questo effetto potrebbe dipendere dal fatto che le fibre condizionano la composizione del microbiota intestinale e ostacolano la proliferazione di agenti patogeni, favoriscono il transito e l’eliminazione delle tossine dall’organismo e riducono l’assorbimento di grassi e zuccheri, riducendo così lo stato di ossidazione e infiammazione causato dal metabolismo di questi nutrienti.

Le crucifere, e in particolare i broccoli, svolgono un ruolo di rilievo nella prevenzione del tumore al seno non solo in quanto favoriscono l’eliminazione delle sostanze tossiche dall’organismo, ma anche perché agiscono direttamente sulle cellule tumorali, neutralizzandole.
Le crucifere, infatti, contengono glucosinolati, una classe di metaboliti secondari che sembrano rivestire una funzione centrale nella prevenzione del tumore al seno non solo in quanto favoriscono l’eliminazione delle sostanze tossiche dall’organismo, ma anche perché agiscono direttamente sulle cellule tumorali neutralizzandole.
Inoltre, migliorano il rapporto fra il 2 Idrossi estrone (l’estrone “buono”) e il 16 idrossi estrone (l’estrone “cattivo”), con note azioni protettive sul tumore al seno.

I pazienti ipotiroidei possono mangiare le crucifere?

È noto come le crucifere esercitino una azione antitiroidea, ostacolando l’assorbimento dello iodio e quindi la sintesi degli ormoni tiroidei: vero.

Tuttavia niente paura: possono essere consumate anche da chi ha una tiroide rallentata, purché cotti, non in “grosse quantità” o troppo spesso.
Quindi non è necessario rinunciare o escluderle totalmente in caso di ipotiroidismo. Basta consumarle non più di un paio di volte alla settimana.

I ricercatori hanno anche ipotizzato che i risultati dello studio nei confronti del tumore al seno possono anche essere condizionati dal fatto che chi consuma abitualmente verdura e frutta ha anche un miglior controllo del peso e uno stile di vita generalmente più sano e questo non può che spingerci ancora di più verso il loro regolare consumo.

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Buona lettura!